martedì, luglio 16, 2013

Emilia, un anno dopo


L’Emilia Romagna un anno dopo il terremoto

Erano le 4.03 del 20 maggio 2012 quando la prima scossa sconvolse l’Emilia Romagna, una scossa di magnitudo 5.9, svegliando i cittadini nel cuore della notte. Il terremoto però colpi ancora una volta la regione il 29 maggio: la prima scossa intorno alle 9 del mattino e un’altra verso le 13, due eventi di magnitudo superiore a 5. Quaranta furono le scosse nelle successive tre ore.
I sismologi avvisarono che la causa poteva essere la rottura di una faglia, che c’erano più faglie attive, che le scosse sarebbero continuate per settimane. I comuni colpiti alla fine saranno circa cinquanta tra Finale Emilia, Mirandola, Modena, Medolla, San Felice sul Panaro, San Possidonio. Circa 1600 i beni culturali danneggiati.

Oggi l’Emilia, a un anno da questi terribili eventi sismici, ricorda i 27 morti e lotta disperatamente per rialzarsi, perché la ricostruzione in questo periodo di crisi economica dell’intero paese non è agevole. Fortunatamente gli Emiliani sono persone forti, abituate ai sacrifici e al duro lavoro: dove non è arrivato lo Stato, che tarda a pagare ogni tipo di rimborso, è intervenuta la solidarietà. “Un mondo”, per citare le parole di Luisa Turci, sindaco di Novi di Modena: lo sciame sismico non ha ferito solo la terra dell’intera regione, ma soprattutto ha ferito il cuore della popolazione.

Ora è il momento della RIcostruzione delle case, della RIpresa della vita cittadina, della RIqualificazione del territorio, della Riprogettazione. RI davanti a tutto, RI come RESPONSABILITÀ IMPORTANTE…

Il territorio ha ancora bisogno di tenere alto l’interesse alla ricerca di soluzioni adeguate, del dialogo tra cittadini e amministrazioni, delle discussioni su come e dove voler ricostruire quell’identità infranta ma non ancora perduta. La popolazione colpita comprende e ha a cuore il futuro di questa terra, capisce la responsabilità delle scelte e vuole partecipare.

Anche noi tecnici modenesi abbiamo un ruolo importante: con la nostra massima professionalità possiamo aiutare la popolazione a RIprendersi la propria casa, il proprio lavoro e la propria storia.

Il terremoto dell’Emilia sta aiutando moltissimo gli studi che offrono servizi di ingegneria e caratterizzazione dei materiali con controlli non distruttivi, a divulgare e a investire ancora in risorse, con la consapevolezza che con la conoscenza approfondita del materiale e della struttura esistente si è in grado di fornire un progetto “fatto a misura” con conseguenza certa di riduzione dei costi per l’esecuzione delle opere.

Partendo dall’informazione, spiegando in modo semplice la differenza tra miglioramento e adeguamento sismico, tra stato di fatto di un’immobile e stato autorizzato, tra autorizzazione comunale e stato catastale, ognuno può capire l’iter e i tempi necessari per giungere a progetto esecutivo, per affrontare il cantiere e infine rientrare nella propria realtà lasciata drammaticamente un anno fa. La conoscenza allevia il disagio e può far vivere l’esperienza della Ricostruzione come un percorso che giungerà al traguardo.

Per far ciò è altrettanto importante e necessario l’apporto storico, antropologico ed estetico di un edificio, e questo è ciò che arriva da seri collaboratori con cui condivido progetti professionali nell’area terremotata e di volontariato per la divulgazione di temi tecnici, non rivolti ai soli colleghi ma anche alla popolazione, che è il nostro principale committente.

Un convegno dal titolo “Sisma Emilia Romagna 2012” è previsto a settembre a Mirandola, organizzato in collaborazione con l’amministrazione pubblica e altri tecnici, per informare e formare i nostri colleghi e cittadini sull’importanza  della terminologia nell’informazione, raccontando il vissuto, parlandone del presente, e per aiutare il più possibile sia tecnicamente che umanamente a risolvere alcuni problemi a tutt’oggi esistenti per la rapida ma altrettanto sicura RIcostruzione della nostra regione.

3 giugno 2013

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